In Italia vengono utilizzate circa 1,4 miloni di tonnellate di olio da cucina all’anno. Una volta consumato, l’olio commestibile usato è catalogato come rifiuto urbano non pericoloso, CER EU 20 01 25. Lo sversamento nel suolo provoca la formazione di una pellicola sottile che impedisce l’assorbimento di sostanze nutritive da parte delle piante e danneggia le radici capillari. Se riversati in mare, gli oli formano una patina che ostacola il passaggio dei raggi solari, danneggiando gli ecosistemi marini.

Trasparenza nella pubblicazione dei dati COVID-19 La pandemia da Covid-19, oltre ad aver sconvolto le nostre vite, ha posto nuove sfide in termini di trasparenza nella pubblicazione dei dati da parte dei governi di tutto il mondo. Infatti, per non cadere nella trappola di argomentazioni e tesi lontane dalla realtà, è indispensabile consentire ai cittadini di avere accesso tempestivo alle stesse informazioni utilizzate per giustificare l’inasprimento o l’allentamento delle restrizioni alle libertà personali per fini sanitari.

Nella lotta al cambiamento climatico si parla molto spesso dell’anidride carbonica ma quasi mai del metano. Il metano ha un ciclo di vita atmosferico più breve rispetto alla CO2, durando circa 12 anni, ma assorbe notevolmente più energia durante la sua permanenza nell’atmosfera. Inoltre il metano può contribuire alla formazione di ozono a livello del suolo, un inquinante atmosferico pericoloso. La concentrazione di metano nell’atmosfera è circa 2,5 volte superiore ai livelli preindustriali, con un aumento accelerato negli ultimi anni.