La raccolta degli oli alimentari usati in Italia
In Italia vengono utilizzate circa 1,4 miloni di tonnellate di olio da cucina all’anno. Una volta consumato, l’olio commestibile usato è catalogato come rifiuto urbano non pericoloso, CER EU 20 01 25.
Lo sversamento nel suolo provoca la formazione di una pellicola sottile che impedisce l’assorbimento di sostanze nutritive da parte delle piante e danneggia le radici capillari. Se riversati in mare, gli oli formano una patina che ostacola il passaggio dei raggi solari, danneggiando gli ecosistemi marini. Quando entrano in contatto con le falde acquifere, rendono non potabile l’acqua.
Per organizzare, controllare e monitorare la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti è nato nel 1998 il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti (CONOE), ad oggi composto da 13 Associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 300 mila produttori di olio esausto. I produttori che conferiscono il rifiuto al CONOE sono principalmente attività commerciali ed artigianali per la ristorazione mentre scarso è il conferimento da parte degli utenti domestici.Nel 2017 circa il 90% degli oli raccolti è stato avviato al recupero nella filiera della produzione di biodiesel e, nell’ambito di un accordo siglato lo stesso anno con Eni, andava a comporre il 15% circa del prodotto Eni Diesel+ prodotto in stabilimenti come la bioraffineria di Porto Marghera. La capacità di raffinazione di questo impianto è di 400 mila tonellate l’anno. (1)
Nel 2018 è stato fondato un consorzio parallelo denominato RenOils con finalità sovrapponibili al CONOE. Di seguito la composizione delle raccolte con l’apporto approssimativo, purtroppo falsato dalla mancanza di dati per alcuni anni. (2)
https://public.flourish.studio/visualisation/17154077/
La raccolta per le attività commerciali e industriali è obbligatoria mentre per il cittadino è facoltativa. I consorzi sono nati storicamente per coprire la raccolta dalla ristorazione, dall’industria e dall’artigianato e non le utenze domestiche la quale raccolta ricade sotto un regime di privativa comunale.
In base ai dati (3) disponibili al pubblico questo era il quadro della raccolta al 2020:
Si nota come la maggior parte del rifiuto prodotto delle attività economiche, soggette ad obblighi, venga raccolta mentre sia scarsissimo l’apporto alla raccolta dato dalle utenze domestiche. (4)
Nel 2022 su 300.000 t stimate circa un terzo del rifiuto (97.000 t) veniva riciclato:
Negli ultimi anni i consorzi stanno provando ad aumentare la raccolta domestica, con risultati più felici al nord rispetto al centro-sud, come si può sentire in questa tavola rotonda che ha coinvolto fra gli altri i due rappresentanti dei consorzi Conoe e RenOils e i gestori dell’app Junker per la raccolta differenziata.
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- Elaborazione da dati CONOE e RenOils. Per gli anni 2012, 2013 e 2019 per il CONOE è stato riportato il dato dell’anno precedente in assenza del dato. b, c, d, e, f, g, h, i
- Dossier ‘‘Scusa, mi ricicli l’olio?’’ di EconomiaCircolare.com su dati CONOE, RenOils: l
- I dati sulla raccolta, ricavati dalle percentuali indicati nel dossier, differiscono per sole 192 tonnellate (0,16%) dai dati dichiarati dai consorzi per il 2020, vedi grafico precedente.